Lavoro domestico non retribuito, asili nido con prezzi altissimi e posti di lavoro in calo per le donne. Vi risulta familiare tutto questo? Se conoscete questa realtà è assolutamente normale perché sto parlando dell’Italia e di quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.

Siamo al quartultimo posto di 35 Paesi sviluppati che hanno donne occupate. Una donna che lavora, oggi, è un’eroina. Inoltre, in Italia, il sistema “continua a favorire le madri – invece che i padri – a prendere il congedo familiare”, ed ecco spiegato perché il tasso di occupazione non arriva nemmeno al 50%.
C’è proprio una chiusura culturale, tant’è che molte donne non sono neanche alla ricerca di un posto di lavoro, pur se sono laureate, pur se hanno competenze spiccate ed infine, anche se sono altamente specializzate.

Gli analisti Ocse, infatti, nel rapporto ‘Skills Strategy Diagnostic Report – Italy 2017’, scrivono: “Ciò fa sì che l’Italia faccia registrare il terzo tasso di inattività più alto tra paesi membri dell’Ocse”.

La situazione per la “quota rosa” non è affatto “rosea”, insomma.
Davvero, uscire per lavorare è complicato.
Non c’è in Italia neanche una condizione favorevole allo sviluppo della personalità di una donna.
E’ complicato per tutte le donne italiane e lo è anche per me. Quando corro, tra una commissione domestica ed una lavorativa, quando mi divido tra figli e lavoro, quando faccio trenta cose insieme, quando giro la minestra con il cellulare sotto il collo e uno dei miei tre bambini in braccio mi domando se…un giorno i miei figli riconosceranno il mio impegno e se lo chiameranno Amore.

La mia fonte di vita “Renato,Gennaro e Antonio”.

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