Vi siete mai chiesti quale sarà il lavoro del futuro?
Giusto per capire se le macchine faranno tutto al posto vostro e potrete dedicarvi, a “dolce far nulla” con buona pace dei problemi legati al “cosa mangiamo”.
No, non sto pensando agli insetti che dal 24 gennaio scorso, in qualche modo sintetizzati, sono negli scaffali dei supermercati perché di questo magari ne parleremo in un altro blog, ma piuttosto sto pensando al sostentamento.
Si sa se non siete possidenti e vivete di rendita, tocca lavorare!
Bene, ma quale lavoro potrà essere svolto?
Sicuramente le macchine faranno tutto e potete confrontare quanto vi sto dicendo su Springwise: “Future 2043”. Saranno operaie nell’edilizia e faranno anche calcoli progettuali, probabilmente meglio e con più precisione di ingegneri e architetti. Potranno anche svolgere interventi chirurgici!
Per ora abbiamo già conosciuto macchine servirci al ristorante e, per la verità, sono più organizzate dell’uomo in molte applicazioni.
E nel 2043? Tutti a spasso? Non per forza. È vero, le macchine si occuperanno di lavori che oggi sono ripetitivi e monotoni per gli uomini, ma nasceranno anche altri posti di lavoro.
Una macchina può crearsi, pubblicizzarsi, vendersi, consegnarsi, pulirsi, ripararsi da sola? E allora come sarà il futuro lavoro?
Per cogliere in anticipo tutte le nuove competenze, la startup israeliana Refrain ha sviluppato una piattaforma: basata sull’intelligenza artificiale che identifica le competenze di cui un’azienda ha bisogno per soddisfare le future esigenze del settore.
La piattaforma indica, in particolare, quali aree possono essere potenziate. Suggerisce anche come “spostare” i dipendenti per esaltare le loro qualità, o come formarli. In altri termini, quindi, aggiorna le conoscenze di un’azienda cambiando in corsa le mansioni dei dipendenti.
In una delle sedi britanniche di “Bella Italia”, la catena di ristoranti, ha fatto il suo esordio un robot cameriere chiamato Bella Bot. Intrattiene i clienti con tanto di espressioni “facciali” e occhioni espressivi!
In futuro, sarà di grande utilità per gestire meglio i carichi di lavoro, guidare i clienti al tavolo, consegnare più i pasti in un unico viaggio, o ancora restituire i piatti sporchi in cucina. Oltre che al ristorante, troveremo facilmente robot, anche nell’ambito dei servizi finanziari che saranno gestiti da “dipendenti digitali”.
Il boom fintech è già un esempio di come una industria “conservatrice” possa essere stravolta dalla rivoluzione digitale. Oggi, molte delle applicazioni dei servizi finanziari per l’intelligenza artificiale si concentrano sui processi di back-end: decisioni sugli investimenti, rilevamento delle frodi e analisi delle tendenze.
Nei prossimi anni la rivoluzione investirà anche il front-end per creare un rapporto di fiducia tra banche e clienti, usando i canali digitali.
Possiamo stare a casa nel prossimo futuro? Non di certo! Saranno ancor più preziose le cose che le macchine non potranno mai saper fare: creare, programmare, avere fantasia ed empatia!
Approfittiamo del cambiamento per accrescere la nostra umanità. Ce ne sarà bisogno! Scrolliamoci da dosso ansie, frustrazioni e problemi e affrontiamo la vita prendendo ogni novità, come fonte di rinnovamento e non come fastidioso cambio al quale abituarci! Sfruttiamo appieno ogni strumento tecnologico, facciamolo nostro, stiamo sul pezzo! Viviamo lavoro, famiglia e passioni in modo equilibrato. Miglioriamo la nostra organizzazione e sfruttiamo la tecnologia, senza temerla!
Noi umani dobbiamo sviluppare doti aggrazianti, noi madri, noi donne dobbiamo ritrovare la nostra indole più ancestrale e smetterla di sbatterci tra i mille impegni!
La svolta? E’ nella formazione perché avete ragione, non è facile orientarsi in una giungla.
Durante le nostre sessioni formative del #MetodoFormicola vi diamo tutti gli strumenti per vivere il nostro tempo, preparandoci al futuro con grande intelligenza adattiva, dandovi spunto sui nuovi ruoli del futuro, perché oltre machine Learning, cioè insegnare alle macchine a fare “cose”, dovremo saper ancor sviluppare sensibilità.