È innovazione, è futuro : è il credito complementare, forma alternativa di pagamento che, pur esistendo dagli albori, col progresso si è evoluto, diventando sempre più importante.
Si sente parlare della valuta complementare dovunque: al telegiornale, in radio ed anche sui social…ma cos’è nello specifico?
La valuta complementare è uno strumento di commutazione che viene affiancato al denaro per il pagamento di beni o scambio di merci e, soprattutto, l’accettazione dello stesso è a discrezione personale.
Il credito complementare, di solito, è un accordo tra una rete sociale o una comunità che accetta di investire nel lungo termine in attività produttive diverse, sempre connesse tra loro, piuttosto che accumulare denaro.
Nella maggior parte del mondo, la valuta complementare non viene accettata come titolo di pagamento, ponendo per legge un unico strumento di pagamento che vale su tutto il territorio di riferimento: la banca centrale ne detiene il monopolio e le riserve auree.
Sono al momento, in tutto il mondo, un centinaio i paesi che ammettono la valuta complementare…ma essendo così desueto e poco accettato, perché allora rappresenta il futuro?
In tempi come questi dove la crisi finanziaria ha devastato e sballato il sistema, una nuova forma di moneta, che non sostituisce la vecchia ma che anzi viaggia in parallelo con l’attuale, può conferire enormi vantaggi.
La moneta complementare, pur rispettando i sistemi monetari ed il monopolio della banca centrale, non può essere riconvertita in moneta tradizionale e, una volta acquistata, non è soggetta ad inflazione.
Il suo scopo è quello di creare un nuovo rapporto tra domanda e offerta che, nel tempo, si è un po’ perso causa mancanza di denaro: l’obiettivo è quello di unire bisogni insoddisfatti e risorse inutilizzate.
Questo è il progresso: avere il coraggio di uscire dagli schemi e osare con gli strumenti a disposizione, reinventando il futuro.
