Il mobbing sulle donne è in forte aumento e molte non trovano il coraggio di denunciare per timore di perdere il proprio posto di lavoro.
Se anche tu stai vivendo una situazione simile, sappi che i rischi per la salute, fisica e psicologica, sono elevati se non si interviene tempestivamente.
Cos’è il mobbing?
Il termine mobbing, derivato dall’inglese to mob (“assalire”), indica un insieme di comportamenti ostili, continui e volontari, messi in atto da colleghe, colleghi o dal datore di lavoro, con l’obiettivo di emarginare la lavoratrice fino a costringerla a dimettersi.
Si tratta di una vera e propria «distruzione psicologica», che può manifestarsi tramite offese, attacchi verbali, provocazioni, rimproveri, esclusione dalla vita lavorativa o demansionamento.
Quando si parla di mobbing
Per capire se si tratta di mobbing devono esserci:
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La volontà di perseguitarti da parte di chi ti molesta;
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Comportamenti ripetuti per almeno 6 mesi;
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Danni alla tua salute (ansia, depressione, tachicardia, ecc.);
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Un legame tra le vessazioni e i problemi che stai vivendo.
Tipi di mobbing
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Bossing: il capo ti mette sotto pressione per farti dimettere;
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Mobbing ascendente: i subordinati creano problemi al capo;
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Mobbing orizzontale: colleghe e colleghi ti ostacolano, spesso perché sei brava o promettente;
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Straining: episodi brevi ma molto stressanti.
Cosa può succedere se non si interviene
Il mobbing crea un clima ostile che può portare a:
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Ansia, depressione, attacchi di panico;
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Problemi di sonno;
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Disturbi alimentari o dipendenze;
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Mal di testa, tachicardia, vertigini e altri disturbi fisici.
Come puoi difenderti
Se ti trovi in questa situazione:
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Puoi denunciare come reato (Polizia, Carabinieri, Procura);
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Puoi fare ricorso al Tribunale del lavoro per chiedere un risarcimento.
Raccogli prove concrete: insulti, minacce, rimproveri, conserva certificati medici che dimostrino i danni alla tua salute, verifica se ci sono colleghe o colleghi che possono testimoniare.
Puoi chiedere aiuto a: sportelli anti-mobbing, centri antiviolenza, parlare della tua storia, anche pubblicamente, può aiutare altre donne nella tua stessa situazione.
Esistono anche il Comitato per le pari opportunità (CPO) e il Comitato unico di garanzia, che lavorano per migliorare le condizioni di lavoro e tutelare le lavoratrici.
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